In un mondo di expected goals, expected assists, progressive passes, key passes, spider charts, algoritmi, c’è qualcosa che le statistiche ancora non possono catturare: la MAGIA.
Dio benedica l'eye test! Dio benedica Pedro González López.
I centrocampisti sono la categoria di giocatori che più mi sta a cuore. Registi e mezzali di possesso, sia chiaro. Non me ne vogliano gli incontristi, ma nel mio calcio ideale non si difende. SPIAZE.
Quando si parla del “miglior centrocampista al mondo”, credo che Pedri non abbia mai la giusta considerazione, proprio per il discorso che facevamo all’inizio: stiamo vivendo un calcio che va alla velocità di xG, xT, xA e compagnia. Ci tengo a precisare che non sono contro l’uso delle stats, anzi. I numeri sono utili. Non sempre, ma sono utili. Ti possono confermare un pensiero, un’intuizione, oppure possono farti notare qualcosa che a occhio nudo ti era sfuggito.
Ma il problema arriva quando ci affidiamo solo ai numeri, dimenticandoci di ciò che rende davvero speciale un giocatore: la sensibilità nel tocco, la visione di gioco, l’armonia nei movimenti.
E Pedri è proprio questo. Non è un centrocampista che riempie le statistiche, è un centrocampista che riempie il gioco. Il suo impatto non è quantificabile con un grafico: lo capisci guardandolo, lo percepisci nel modo in cui ogni suo tocco aggiusta il ritmo della partita, nel modo in cui si muove senza palla, nella naturalezza con cui trova linee di passaggio invisibili agli altri.
Ora, non c’entra niente Salah con Pedri, ma questa immagine è veramente esplicativa:
Salah → 6.47 assist attesi, 16 assist effettivi.
Pedri → 6.04 assist attesi, 3 assist effettivi.
Una locura.
E allora torniamo alla domanda: è Pedri il miglior centrocampista del mondo? Se lo misuri con le statistiche, forse no. Ma se lo guardi con gli occhi giusti, la risposta diventa ovvia.
Il 21 gennaio, scrollando su X mi è uscito questo tweet di @RobyPoto:
Pedri doesn’t control time, he invents his own time, his own dimension, something the opposition doesn’t understand and can’t anticipate. He creates a bubble where time gets distorted like a black hole. Pedri isn’t La pausa, he is past, present, future and a 4th dimension.
Pensiero che ho riportato nel video su Pedri pubblicato ieri, per esigenza comunicativa, a mezzanotte inoltrata. Ve lo lascio qui sotto.
Pedri è uno di quelli per cui vale la pena guardare 90 e passa minuti di Calcio, e solo con la sua presenza ti fa dimenticare il telefono. Di questi tempi, fidatevi, è merce rara. Rarissima.
Pedri vs Atletico
La partita di ieri sera l’hai vista? Non dirmi che hai guardato Inter-Lazio… Ti scuso solo se il tuo cuore appartiene a una delle due squadre. Ieri sera Pedri, oltre il gol, ha fatto l’ennesima partita con un po’ di Iniesta, un po’ di Xavi, un po’ di Busquets.
Abilità con la palla di Don Andrés.
Controllo del tempo di Xavier Hernández.
Uso del corpo a nascondere le intenzioni tipico di Busi.
Guarda qui, dai… di che parliamo?
E non è stata l’unica giocata così. Ora te ne metto almeno altre due. Ciò che mi fa stropicciare gli occhi e venire la risatina isterica è il suo sentirsi in agio nel mezzo spazio, un’area angusta e di disagio per definizione.
E invece no. Tocco, sposto, accarezzo, levigo, ondeggio. Ti voglio bene, Pedri.
Anzi sai che facciamo? Ti lascio QUI la prestazione integrale di Pedri. Mettiti comodo, magari con qualcosa da sorseggiare vicino, al calduccio.
Angolo Sorare
Sorare mi ha permesso di vederlo dal vivo in Barça-Atalanta, nell’ultima giornata del mega girone, perciò si merita la menzione.
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Mentre la versione “in-season” costa appena un po’ di più: si parte dai 45€.
Tieni conto che la stagione si avvia verso il termine e le “in-season” diventeranno presto “classic” perciò fai le tue valutazioni.
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vvb, Edo