Cameretta, 3 Ottobre 2024
Come dice un vecchio saggio:
La Champions League ti mette a nudo
La Champions League ti mette davanti allo specchio. Nudo e con le luci puntate addosso. Non c’è via di scampo. Se hai qualcosa da nascondere uscirà fuori, al contrario, se sei in pace con te stesso ti vedrai più bello che mai.
Non ci sono tappeti dove nascondere la polvere. Sei obbligato a guardarti dentro, e se guardandoti dentro non riesci a riconoscere i contorni della tua stessa anima vuol dire che quell’anima è stata trafitta da una entità subdola, meschina e infida che di nome fa “Compromesso”.
La Juventus NON scende (più) a compromessi. Lo ha detto lo stesso Thiago nel post-partita ai microfoni di Prime Video:
“Perché andare indietro? Andiamo in avanti”. Simple as that.
Semplice, direbbe qualcun altro. Sarebbe stato semplice piazzare il pullman in area di rigore, portandoti il Lipsia in casa a ogni possesso. Sarebbe stato semplice cambiare Vlahovic per inserire un difensore in più come Danilo. Sarebbe stato semplice rinunciare a giocare il pallone, sparandolo lungo ad ogni riconquista sporca. Così sì, sarebbe stato semplice.
Fuori Savona e dentro Douglas Luiz con McKennie da terzino destro. Cos’è il genio?
Tante volte da inizio campionato ho sentito dire “ma la Juve si difende anche ora e viene esaltata mentre prima no”. La Juventus oggi si difende CON il pallone, quando serve, non esaspera. La Juventus ha altri piani. La Juventus ha idee. La Juventus ha visione. Ha proposta. Ha Thiago Motta.
Puoi concedere 3.31 xG al Lipsia in una partita e uscirne come quello che non ha fatto le barricate. Puoi farlo perché il gruppo sa cosa fare e lo sta imparando step-by-step ogni giorno sempre di più.
Andiamo un attimo sui singoli.
NICOLÒ FAGIOLINIESTA
Vaya partidazo, Fagio!
Da play, un solo errore in tutta la partita!!!!! con 62 su 63 (98%).
4 passaggi chiave, 1 grande occasione creata. Numeri da trequartista perché quella zona arrivava a calpestarla.
4 dribbling completati su 6
7 duelli vinti su 11
Ogni volta che vedo qualcuno onorare non il ruolo, ma il compito del regista mi sento in pace con me stesso. Fagioli ha regia e tempi atipici per un play. Viene da un background di Calcio più verticale, è più guizzo e meno ricamo. Continuo a pensarlo come una validissima mezza di possesso ma se l’interpretazione del play può essere questa con le libertà di condurre e creare allora sì che diventa goloso.
A quasi un anno dall’uscita dei fattacci che lo hanno tenuto fuori dal campo droppa la sua miglior prestazione di sempre in maglia bianconera con Xavi Simons dirimpettaio. Bravo Fagio.
PIERO F*CKING KALÙ
Il mio amico Luca Balbinetti (Il Critico Calcistico sui social) ha usato il termine “inscalfìbile” per descrivere la prestazione di Piero stasera. Azzeccato, direi.
Kalulu è Giocatore e l’avrete già letto e sentito su questi schermi da un bel po’ di tempo. Tendo a farmi molte domande nella vita di tutti i giorni e quindi, di riflesso, molte sono sul Calcio. Una delle domande che mi ha sempre attanagliato è questa qua:
“ma perché Kalulu non è considerato un grande giocatore?”
È il cognome che sembra un meme? È la gente che non guarda le partite? Cos’è?
Qualunque cosa sia, faccio fatica a comprenderla e accettarla, senza conoscerne nemmeno la natura più profonda.
Kalulu perde Bremer dopo 7 minuti. Deve ritrovare distanze, riferimenti e movimenti con un altro compagno con il quale non aveva preparato la gara. Viene stressato per 90’ sulla profondità con quel crack di Openda va a 2000km/h. Va a contendere di testa con AirŠeško. Chiellinesco. Gli mancava solo il turbante.
Ha difeso di letture individuali, di corpo a corpo, di appoggi sulla schiena che rubano appoggi all’attaccante. Di fiuto, di pensiero. In allungo, in scivolata in recupero su Nusa. Meraviglioso.
Con la palla? Guarda mamma, come Fagioli. Un. Solo. Errore.
Cronache scriveva qualche giorno fa “alzi la mano chi si sarebbe immaginato un rendimento del genere di Kalulu alla Juventus…” e noi rispondiamo così:
porta in alto la mano, Piero!
IL PARACARRO CON LA 9
Ve lo dico, chiaro e tondo. Non c’è più posto sul carro.
Dusan Vlahovic è uno dei soli tre giocatori dei Big-5 campionati europei ad aver già realizzato tre marcature multiple tra tutte le competizioni nel 2024/25 (contro Hellas Verona, Genoa e Lipsia), assieme a Erling Haaland e Robert Lewandowski. Robot.
8 partite, 6 gol e 1 assist quest’anno.
Il primo gol è da Attaccante, anzi da Centravanti, con la C maiuscola. Con palla a Cambiaso lui è accoppiato con Lukeba sul dischetto del rigore. Sa già dove finirà il pallone perché conosce Cambiaso, attacca forte il primo palo davanti a Orban e…
e quel tocco è tutto fuochè scontato perché Dusan arriva con il passo lungo, con il gambone (poi magari un giorno parleremo della questione appoggi), riesce a mettere il mancino senza spingere perché quella palla, con quel giro a rientrare, basta pizzicarla per farla finire in rete.
Il secondo gol, invece? Non credo ci sia tanto altro da dire se non chiedervi se conoscete qualche altro centravanti in europa con questa qualità di calcio da fuori area, forse solo Jhon Duran.
Piccola nota tattica grazie agli amici di Calcio Datato: Vlahovic non era mai stato servito così tanto direttamente dal portiere. Non è Pickford to Calvert-Lewin ma è una soluzione esplorabile.
DOUGLAS COSTA CONCEIÇÃO
Giocatore formato tascabile con delle frequenze che ti mandano al manicomio. Convincetemi che questa roba che porta al primo gol di Vlahovic sia stata fatta appositamente e manderete anche me al manicomio:
Guardate sul gol cosa fa: va a cercarsi la zona di comfort per andare in 1v1. Una volta raggiunta mette la suola sul pallone, tocco di interno mancino che rompe l’equilibrio di Raum e subito esterno dalla parte opposta. Quando mi trovo davanti a qualcuno che ha “masterato” una specifica del gioco in questa maniera ne rimango sempre affascinato. Bravo Chico.
TRUST THE PROCESS.
Edo